mercoledì 22 agosto 2007

PROGETTO DI UN ROMANZO GAY 2

Domenica 12 Marzo ore 23.38

Quanto alla struttura di un romanzo gay devo notare che c’è da fare una precisazione: la scelta tra il livello platonico e quello non platonico è in realtà molto difficile quando il livello platonico esiste e quello non platonico non esiste perché in questo caso la scelta si trasforma nella scelta tra la realtà e la fantasia, il fatto è che la realtà del mondo platonico non è vissuta se non come una realtà provvisoria e secondaria, che provoca una qualche soddisfazione ma che è comunque una realtà di ripiego, tanto più accettabile quanto meno percorribile o plausibile si presenta la scelta non platonica, in sostanza si accetta il platonico quando è un dato di fatto, ossia quando è l’unica cosa reale, se si trattasse di scegliere entrerebbero in gioco anche altri elementi che non sono solo connessi al tipo di rapporto ma soprattutto alle persone, tipo: rapporti possibili con A solo platonici, con B anche a livello sessuale, ma B piace meno di A perché si vorrebbe soprattutto un rapporto sessuale con A, che non è possibile e allora si ripiega sul rapporto platonico sempre con A, la persona prevale sul tipo di rapporto, ma se B oltre ad accettare un rapporto di tipo sessuale diretto e anzi a volerlo fosse anche più interessante come persona la scelta sarebbe automatica e senza strappi. L’esperienza concreta mi insegna che dietro ogni forma di amor platonico ci sono forti sublimazioni, ora, potrebbe essere oggetto di racconto proprio l’angoscia della scelta, però di una scelta reale, rileggere Baldwin (ieri sera) mi ha messo addosso una strana frenesia: il tentativo di rivivere la trama del suo libro nel mio rapporto con ***, naturalmente le differenze sono enormi ma resta che dietro il vissuto reale c’è quello proiettivo che si identifica profondamente con il modello di Baldwin, aggiungo che se dovessi pubblicare due romanzi ne dedicherei uno a Forster e uno a Baldwin, in fondo Baldwin nel rapporto omosessuale accettato e non fuggito pone molti significati positivi, certo rileggendo il libro, considerato come un modello, mi vedo talmente al di sotto, noto che la lettura sotto il profilo dello scrivere è quasi deprimente.
La fase di internet può essere inserita molto bene nell’idea della ricerca continua, del moltiplicare le occasioni, con tutti i pericoli che comporta, l’anonimato potrebbe benissimo essere mantenuto, anzi viene mantenuto ma in questo modo il contatto resta solo virtuale, si può conoscere quello che altri dicono di sé, quello che sembrano desiderare, ma in fondo non si può conoscere nessuno, perché lo schermo dell’anonimato salva dal rischio umano dell’incontro, rischio tipico degli incontri non virtuali, in questo modo il senso della concretezza svanisce dietro una cortina di fumo; quando manca il coraggio le cose finiscono troppo rapidamente e troppo indistintamente, in fondo non sono mai cominciate, in sostanza internet deve essere una strada per un contatto personale, se diventa un vizio per nascondersi distrugge le occasioni reali in nome di quelle virtuali, ma basta con il solito blaterare di teoria, è necessario costruire le esperienze di chat su internet, è un elemento nuovo, del momento, si può citare il libro che indicava ***, quello nel quale la ragazza con la quale scambiava messaggi il protagonista (un etero che si compiaceva di avere trovato la donna dei suoi sogni) non era altro che il suo migliore amico, innamorato di lui, che cercava di compiacerlo perché ne conosceva i punti deboli, nel quadro di internert questo apologo si inquadra perfettamente, si tratta di scegliere se inserirlo come fatto di primo piano o solo come apologo, ma come fatto di primo piano metterebbe perfettamente a fuoco il problema dell’anonimato e della impossibilità, rappresenta proprio per questo un modo nel quale l’amico gay può benissimo continuare a mandare messaggi a nome di una ragazza ma lo fa non per cercare qualche cosa per sé ma per non togliere all’amico l’illusione di avere trovato l’incarnazione dei suoi sogni, una ragazza meravigliosa che corrisponde ai suoi desideri anche nell’essere una ragazza pure se non lo è.
Certo il quadro di internet potrebbe anche essere la trama di fondo del tema della ricerca, potrebbe anche essere il segno della insoddisfazione, nel senso che la ricerca si interrompe quando c’è una soddisfazione di fondo, quando la soddisfazione di fondo non c’è la ricerca non si interrompe, anche la ricerca è una spia dello stato mentale. La scuola, il lavoro, ecc. possono essere mantenuti nell’ambito del quadro complessivo internet: internet non è una mania ma uno strumento per la ricerca più o meno illusoria della felicità, il potere parlare chiaro (più o meno) sembra essere la chiave per dichiararsi anche se permane l’anonimato, qui è tutto l’errore di questo comportamento, internet si interrompe quando si va verso il riconoscimento reciproco, che tuttavia non sarà legato a internet perché internet è il paese dei sogni e non della realtà. l’incontro dovrà arrivare al di fuori di tutte le ipotesi, quando non è atteso, ma potrebbe ugualmente avere un senso arrivare all’amore quando meno uno se lo aspetta ma con una persona della quale non aveva mai pensato di innamorarsi, si dovrebbe scegliere tra il colpo di fulmine e l’amore cresciuto lentamente, quasi in un terreno morbido e privilegiato, non è facile scegliere, ma l’idea dell’amore a prima vista corrisponde meglio alla dimensione intuitiva dell’innamoramento. Oggi *** è venuto da me solo per andare a prendere il caffè insieme, la cosa mi ha lasciato colpito, non me l’aspettavo, con *** è stato un colpo di fulmine, in un certo senso reciproco, non nel senso del libro che intendo scrivere ma nel senso affettivo, certo è che il primo contatto conteneva già in sé dei momenti di comprensione profonda che non si sono smentiti.
In un romanzo gay è meglio l’amore inatteso, a prima vista, l’innamoramento verso un proprio simile, verso uno che ha seguito gli stessi metodi di ricerca, che ha fatto cose molto simili per andare a caccia della felicità? La somiglianza in questo caso dovrebbe essere anche fisica a ribadire l’idea di innamorarsi di un altro se stesso.

(13/4/2000, 20.23) Nel rileggere il progetto del libro mi entusiasmo, se poi potessi scrivere sulla base di una raccolta di esperienze non mie magari desunte da internet sarebbe certamente una storia molto più ricca di contenuti e meno stereotipata, torna quindi l’idea della storia a più mani, della storia scritta come una esercitazione creativa e proiettiva a due o più: per dare vita a due personaggi effettivamente diversi bisogna che essi siano frutto di due menti diverse, simili se si vuole, ma non dello stesso individuo. In questo senso all’idea dell’innamorarsi dell’altro se stesso si potrebbe sostituire l’idea dell’innamorarsi del complementare, anche in questo senso mi pare che l’esperienza reale sia molto significativa, intendo dire che quando due serie di bisogni si incontrano nasce l’amore, qui non parlo di sesso ma proprio d’amore (più o meno sessualizzato, ma d’amore), in questo senso la debolezza può diventare una forza, l’essere cucciolo può fare nascere nelle situazioni più incredibili un istinto protettivo, e la condizione di debole e forte si può capovolgere, la debolezza dell’uno può essere indispensabile all’altro per sentirsi in un ruolo protettivo e per dare forza a una vita altrimenti senza alcuno scopo.

(15/4/2000, 20.30) Aprire una stanza su internet per scrivere un romanzo gay (certamente lo avranno già fatto centinaia di altre persone) oppure per raccogliere documentazione e creare una specie di archivio facilmente utilizzabile da chiunque, sarebbe una cosa da fare, si potrebbe raccogliere il materiale per riordinarlo dopo averlo catalogato per argomento, età, contenuto, ecc., oppure per lasciarlo così come arriva e dare così una immagine di carattere più generale, che le cose scritte siano vere o meno conta poco, sono o la realtà o l’immaginazione di un popolo gay che in nome del fatto di essere gay accetta di contribuire e scrivere anche in condizione di totale anonimato, chiunque, anche i giovanissimi, potrebbero trovare su un sito di questo tipo (un sito serio, non pornografico ma tale che consenta di capire veramente che cosa vuol dire essere gay) tutte le risposte alle domande che non si possono fare nell’ambito della vita normale, si riuscirebbe a scrivere un romanzo corale? Certo bisognerebbe provare e credo che il materiale raccolto sarebbe moltissimo, la fantasia in genere è tanto più fervida quanto più l’esperienza reale è difficile, per tentare di realizzare una ipotesi come quella del romanzo corale bisognerebbe cominciare presto, il titolo potrebbe essere “Il popolo invisibile” potrebbe contenere racconti, poesie, romanzi, autobiografie di personaggi gay o legati al mondo gay, si potrebbero immaginare alcune sottosezioni:

A) Storie d’amore

1) “Il principio di identità”: storie d’amore strettamente omosessuale.
2) “Mono e Bi”: bisessualità e temi connessi.
3) “Incontri ravvicinati di terzo tipo”: omosessuali che vivono storie d’amore con eterosessuali (più o meno osservanti) o con bisessuali.
4) “L’amicizia amorosa”.
5) “La fine di un amore”.

B) Storie d’ambiente

1) “L’adolescenza gay”.
2) “La vita gay adulta”.
3) “La vecchiaia gay”.
4) “Gay e scuola”.
5) “Gay e lavoro”.
6) “La vita gay associata”.
7) “Gay fuori dal giro”.

Il progetto è serio e bisognerebbe provare a metterlo in pratica.

Sarebbe possibile aprire il progetto ma sarebbe difficile condurlo a termine in modo intelligente, certo un’apertura di questo tipo serberebbe utile a livello di documento ma a livello di consistenza e di coerenza lascerebbe molto a desiderare.

Altri temi: L’INVISIBILE; la distinzione tra insider e outsider: la distinzione non è mai visibile (qualcuno dice: io li saprei riconoscere a vista); la solidarietà trans-generazionale.

Nessun commento: