giovedì 27 settembre 2007

DIFFICILI EQUILIBRI GAY

Mi sento disperato dentro, non ho più voglia di vivere, mi viene da piangere e non riesco a trattenermi. E’ assurdo, non è giusto, non lo accetto, non capisco che diavolo sia successo e mi trovo adesso così da un momento all’altro con la vita distrutta e da che cosa poi! Lo potessi almeno capire... ma io che ho fatto di male? Io non ho fatto niente di male, giuro sulla mia testa che io non ho mai avuto la minima intenzione di approfittare di lui. Ma che gli è preso fino a pochi momenti prima pensavo che fosse il giorno più bello della mia vita e invece è stato quello più schifoso. Ma scusa, ma sei venuto tu a cercare a me, non viceversa, io nemmeno mi ci sarei messo in un affare del genere, perché io la paura me la sono sempre portata appresso e stupidaggini non ne ho fatte mai, mai! Mi ci hai tirato! Mi ci hai tirato per forza! Puoi pure dire di no... ma non è così! Io sono stato sempre sulla difensiva e tu ti sei divertito a provocarmi. E’ così, dillo! Non lo puoi negare! Io volevo stare per cavoli miei e tu mi proponevi di uscire, e poi alla fine io uscivo, è ovvio, e che dovevo fare! Abbiamo passato le giornate e i mesi a giocare a gatto e topo e naturalmente il gatto eri tu! Sempre tu! Io scappavo e tu mi riacchiappavi... sempre così hai fatto! Perché tu sei uno str... tu lo sapevi venissimo che avevi un potere su di me e con quel potere ci hai giocato, ci hai giocato vergognosamente! Certe volte mi hai messo in imbarazzo tremendo per farmi dire cose non volevo dire, ma tu mi torturavi e io alla fine mollavo, ma per me era una umiliazione e tu non lo capivi! Ti non hai mai rispetto i miei tempi, hai fatto sempre tutto tu! Tu eri quello forte... quello gay vero! Quello tosto e io mi dovevo sentire l’imbecillotto al seguito... certo, qualche soddisfazione me l’hai data, è vero che ero pure io che non ti andavo mai a quel paese e che il gioco in effetti mi piaceva pure. E poi, brutto disgraziato, io di sesso non ne avevo parlato mai, tu invece hai cominciato in modo perfido, mi hai dato corda, mi hai provocato in tutte le maniere! Ma tu non ti ricordi quando al cinema ci siamo tenuti per mano per tutto il tempo? E chi l’ha fatta la prima mossa? L’ho fatta io? Dillo! L’ho fatta io? E che potevo fare ti dovevo andare a quel paese? Ma tu hai continuato... ma scusa, ma se la cosa non ti stava bene perché mi sei venuto a cercare? Perché mi hai rovinato la vita fino a oggi? Ma io che ti ho fatto? E poi, scusa, ma quando uno si sente messo alle strette come hai fatto tu con me... ma io che dovevo fare. Tu c’hai provato in tutti i modi e io ti ho detto di no in tutti i modi... se non ti sta bene, dopo tutta questa manfrina, basta! Sparisci e non rompere più le scatole! ma tu ti sei piantato a casa mai e non schiodavi mai! Ma uno che deve capire... capice che ti sta bene, o ovvio! E invece tu stavi solo giocando! Ma fai proprio schifo! Ma sei proprio un verme! Ma come ti permetti di giocare così con la vita delle persone! Io se potessi ti schiaccerei proprio perché te lo meriti! E oggi, maledizione, mannaggia a te! Ma come cavolo t’è passato per la testa! Ce ne andiamo in un parcheggio un po’isolato perché lo vuoi tu! Io non te l’ho chiesto! Io stavo tornando a casa, ma tu ti sei messo in mezzo e hai fatto la proposta, ma dico, ma che la fai fare! ma statti zitto! ... ma no! Lui insiste, con quei modi di fare insinuanti... e io, il povero imbecille di turno, ci casco, ma è ovvio, perché due più due fanno quattro, solo a casa tua non è così! E poi non so, ti fossi saltato addosso capirei pure, ma io t’ho fatto solo una carezza, sul viso, solo sul viso... e tu hai reagito così... ma perché? Non lo capisco proprio! Hai fatto una mezza scena isterica, mi guardavi come fossi un appestato, in faccia ti si leggeva proprio lo schifo, ma quando m’hai preso la mano al cinema non ti facevo schifo... allora non ti facevo schifo, oggi sì... ma perché se la mano te l’avessi presa io al cinema ti avrebbe fatto schifo? Perché tu non lo ammetterai mai ma il problema è questo! Devi essere tu a guidare il gioco, quando sei tu che dirigi tutto, giocando giocando, tu puoi arrivare dovunque, ma se io provo a farti una carezza si senti aggredito, ti senti violentato, ti senti sporco perché la prima mossa l’ho fatta io! Eh già... e tu dici che sei gay! Ma tu sei solo uno stupido che non capisce niente e che c’ha paura pure delle ombre. Ma brutto cretino! Io lo so benissimo che queste cose non ti fanno schifo per niente! Ma perché hai fatto tutta quella scena? Sembrava che io ti stessi ammazzando. Ma che ti porti dietro? Tu sei un frustrato e basta! Tu m’hai rovinato la vita e poi, maledizione a te, ti sei messo pure a piangere, io non sapevo che cavolo fare, mi veniva spontaneo abbracciarti o almeno prenderti per mano, ma ero paralizzato, ero distrutto dalla paura di ferirti, ma tu non lo capivi, continuavi a piangere per i fatti tuoi, non mi hai più guardato in faccia! Mi hai tenuto sulla graticola tutto quel tempo. Maledizione, te ne vuoi andare? Vattene! Parti! tornate a casa tua, lasciami pure lì, sto bene lo stesso! e invece niente, tu stavi li disperato che sembrava che dovessi morire da un momento all’altro, e io non avevo nemmeno il coraggio di respirare e ce ne hai messo per deciderti... Po ce ne siamo andati... io ti ho odiato, mi facevi pena ti avrei abbracciato, ma ti odiavo perché sentivo che tra me e te c’era una barriera altissima e non si poteva fare niente per buttarla giù. Il la disperazione negli occhi te la leggevo, più del senso di schifo, ma tu non ti sei mosso! Maledizione a te! Non ti sei mosso! Hai solo aspettato che la cosa finisse male e mi hai lasciato sotto casa senza nemmeno dire una parola, e stavi ancora piangendo ma forse di rabbia! Ma come faccio ad odiarti! Non ce la faccio! Non ci riesco! Ma perché non stai qua adesso, ma perché uno deve crepare disperato?

Nota di redazione.
Questo è il resoconto fedele di ciò che sembra l’epilogo distruttivo di una storia d’amore gay gay. In realtà la storia dei due protagonisti di questa vicenda non si è conclusa con questo episodio, i due ragazzi, entrambi di 22 anni, si sono riconciliati dopo pochissime ore dai fatti qui narrati, in piena notte, con uno scambio di SMS che in pochi minuti li ha portati dal livello della disperazione all’idea che non si sarebbero lasciati mai più, e al momento in cui scrivo (sono passati otto anni dai fatti) la loro unione è quanto ai salda.

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