sabato 20 ottobre 2007

ANDY ROMANZO GAY 5/1

Andy era emotivamente provato, Marco se ne accorse e cercò di non assillarlo lungo la strada.
- Che pensi Marco?
- Che se non fossi già innamorato di te mi sarei innamorato oggi.
- Ma no, sul serio, che pensi?
- Penso che non ho sbagliato indirizzo e che la vita con te sarà una vita vera e poi penso che i miei li hai conquistati.
- Dici?
- Papà io non l’ho mai visto così, in genere è molto schivo, ma con te è stato espansivo un po’ come faceva con me quando ero piccolo, mamma era letteralmente cotta, Andy! Ma tu lo sai che ci vogliamo bene!
- Che tu mi vuoi bene lo so, ma che te ne voglio io non ne sono così sicuro…
- Andy, io non ho paura delle tue incertezze, sono incertezze serie, non sono incertezze stupide, io adesso non vedo l’ora di essere a casa, di studiare con te, di abbracciarti, di farti capire in tutti i modi che ti voglio bene.
- Cucciolo, ma tu pensi che i tuoi ci siano rimasti male?
- Di che?
- Be’ di tutta la situazione, di quello che ho detto, forse non era quello che si aspettavano.
- Andy, tu sei stato “vero”, hai notato quando papà ti ha detto che aveva capito perché ti voglio bene…
- Sì, l’ho notato.
- Credo che papà abbia sempre sperato che incontrassi un ragazzo come te e poi c’è un’altra cosa, quando ti hanno chiesto di chiamarli mamma e papà… non è una cosa strana, quando un ragazzo presenta la ragazza a casa e si fidanzano ognuno chiama papà e mamma i genitori dell’altro, è un’abitudine, se vuoi molto meridionale, ma loro sono abituati a cose del genere, si sono comportati con te come se io avessi portato a casa la ragazza che voglio sposare, se ci pensi tutto il discorso è stato di quel genere.
- Mh! Ma non è un po’ assurdo?
- Perché? Perché tu sei un ragazzo?
- Eh!
- No, loro guardano chi sei ma da un altro punto di vista, li hai conquistati con le tue esitazioni e col fatto che hai detto la verità, papà non sopporta gli sbruffoni e nemmeno gli ipocriti e tu con queste cose non hai nulla a che vedere.
- Chissà se sopporta gli imbranati…
- Io credo che imbranato ci si sia sempre sentito anche lui e anche stasera almeno in qualche momento…
- Cucciolo…
- Sì.
- Adesso sto pensando a casa mia e al fatto che mi toccherà andarci e mi viene il voltastomaco solo a pensarci. Che faccio? Non ci vado più e basta o ci vado e metto in chiaro le cose una volta per tutte?
- Tu che ti senti di fare?
- Io non ci andrei più e basta e non credo che mi verrebbero a cercare però mi sa che mi toccherà andarci per forza, se mi cacciano subito è meglio, almeno è tutto finito e non ho rimorsi, hanno deciso loro, ma se non mi cacciano subito e tentano il ripescaggio io poi come faccio? E’ assurdo, però se mi prendono a calci in bocca è meglio, ma se cominciano con le ipocrisie io rischio di non uscirne più… sai tutte quelle prediche ipocrite sul tuo bene ecc. ecc. … mi mandano proprio in bestia ma non riesco a reagire in modo drastico e alla fine mi adatto e sopporto. Mannaggia, Cucciolo, che cose odiose. Adesso non riesco a pensare ad altro, e guarda non è mica come con i tuoi… non c’è niente a che vedere, dal giorno alla notte.
- Andy… c’è qualche cosa che posso fare per te?
- No, Cucciolo, sono tutte cose che devo risolvere da solo.
- Andy… e se ci venissi anche io?
- Dove?
- A casa tua.
- Ma tu sei matto! I miei non sono come i tuoi! A te ti caccerebbero di casa subito, cioè non ti farebbero nemmeno entrare… è proprio una questione di principio, ma non per il fatto che sei gay, proprio perché se ne fregano anche di me… e figurati di te…
- Comunque io sono disposto a tutto…
- Ti ringrazio, Cucciolo, ma non c’è proprio nulla da fare.
- Ma tu che conti di fare?
- Non lo so, penso che mi dovrò decidere al più presto ma mi dà fastidio, forse ci dovrei andare subito perché più passa il tempo più la cosa mi scombussola, però non mi va proprio.
- Birillo, io adesso mi sento un po’ frenato perché mi hai detto di non chiederti dei tuoi però potrebbe essere utile parlarne.
- Marco, io credo che sia inutile, non è che non te ne voglio parlare, è a me che dà fastidio e poi è una questione che devo risolvere da solo, più tempo passa peggio è, noi adesso dovremmo studiare seriamente ma io credo che finché questa faccenda non sarà risolta io non riuscirò a fare niente e farò perdere tempo anche a te… Che faccio, Cucciolo, ci vado domani?
- Se pensi che sia meglio…
- Non so che fare ma forse è meglio cercare di superare il problema, più ci penso e peggio è.
- Ma tu che cosa ti aspetti?
- Non lo so, proprio non lo so, ma credo che non la prenderanno bene affatto, io per loro conto solo se faccio quello che vogliono loro, se faccio quello che voglio io nemmeno mi vogliono stare a sentire, sono un eretico, un incorreggibile… uno stupido, va’! Se provo a dire che mi sono innamorato di un ragazzo e che voglio vivere con lui non ho proprio l’idea di quello che potrebbe succedere. Marco, senti, mi sa che io ci vado domani mattina…
- Forse è meglio così.
- Però potrebbe essere una cosa più lunga del previsto, cioè potrei non tornare domani sera, e forse dovrò stare a casa mia per qualche giorno… però, aspetta, tanto ci teniamo in contatto col telefonino, chissà poi se mi dovrai venire a prendere a casa mia nel cuore della notte… Marco, senti, facciamo proprio così, è meglio risolvere le cose subito.
- Ma tu che dirai ai tuoi?
- Esattamente la verità. Tanto se non mi capiscono come sono è inutile cercare altre forme di equilibrio.
- Andy!
- Che c’è?
- Ti voglio bene!
- Lo so, Cucciolo, questo ormai per me è un punto fermo.
Arrivarono a casa, salirono alla piccionaia, era ancora primo pomeriggio, nessuno dei due accennò all’idea di studiare, Marco andò subito a preparare una tazza di tè, Andy lo seguì in cucina, fece uno sbuffo, come uno che cerca di cacciare le preoccupazioni.
- Mh! Mannaggia, non ho voglia di fare nulla, forse è meglio che ci vado domani e che cerco di togliermi il pensiero subito… grazie che non hai insistito cercando di farmi parlare dei miei…
- Andy, io farei qualunque cosa.
- Lo so, lo so… Cucciolo, lo sai che mi sento vuoto… adesso non ho desideri, sto a parlare con te e mi sento dentro come una specie di distacco… è proprio come se non avessi più gli entusiasmi di prima, mi fa piacere che tu mi stia a sentire ma è come se pensassi che tanto non potresti capire… aspetta, adesso capiscimi bene, tu hai una vita così lontana dalla mia, io ci voglio entrare nella tua vita ma la vedo molto lontana, forse troppo lontana dalla mia… io ci proverò in tutti i modi ma tu mi devi stare vicino, hai capito? … Cucciolo, io lo devo sentire che siamo in due, se ti chiamo al cellulare rispondimi subito…
- Ma questo è scontato, lo sai benissimo se domani vai via io starò attaccato al telefono… Andy…
- Che c’è?
- Non mi diventare così malinconico!
- No, non è niente, dai, poi passa…
- Birillo, vieni in salotto che almeno ti posso abbracciare un po’!
- Non mi va, Cucciolo, mi sento proprio freddo, anche nei tuoi confronti, adesso mi sento solo.
- Che posso fare, Andy?
- Niente, stiamo seduti qui, non mi devi consolare, devo andare avanti da solo, lo vedo che ci sei, mi basta…
- Ti voglio bene Birillo!
- Vorrei avere pure io la stessa sicurezza nel dirti la stessa cosa… ma ci sono tante cose che ancora non capisco… aspetta va, mi vado a sdraiare un po’ sul letto, forse mi rilasso un po’, tu vieni di là e siediti in poltrona, così parliamo un po’.
Andy si tolse le scarpe e si sdraiò sul letto vestito e Marco si accomodò sulla poltrona vicino a lui e gli strinse la mano sinistra senza dire una parola, anche Andy non disse nulla, passarono i minuti, Andy si rilassò e poi si addormentò, Marco gli mise addosso una copertina di cotone, abbassò lo schienale della poltrona, si girò verso Andy e cominciò a pensare. Non aveva mai saputo che cosa fosse l’amore prima di conoscere Andy, ma dopo averlo conosciuto se ne era innamorato giorno dopo giorno in modo più profondo, prima per lui l’amore aveva un valore molto legato al sesso ma ora quando pensava al suo Andy ci pensava con una tenerezza assoluta, amava Andy come persona nel senso più totale, amava le esitazioni di Andy, le sue debolezze, la sua riservatezza nel non voler parlare della famiglia, la sua onestà nel parlargli dei suoi dubbi, rivedeva in Andy un altro se stesso, con una diversa storia alle spalle ma con una sensibilità strettamente affine. Marco ripeteva nella sua mente i momenti della giornata, le decisioni difficili di Andy, il pranzo a casa dei suoi, i colloqui con Rocco e Rosa… tutte queste cose davano a Marco un’idea di Andy sempre più chiara: più lo conosceva nei suoi aspetti deboli più se ne innamorava, Marco non aveva dubbi, il suo Birillo per lui era la vita stessa e Marco non aveva mai vissuto momenti di così forte prossimità affettiva ed emotiva nei confronti di nessuno e cominciava a capire quanto una vita a due, tra persone che si amano, possa essere profonda, in quei momenti Marco provava un appagamento totale. Dopo circa un’ora anche Marco si addormentò.
Andy si svegliò per primo verso le sei del pomeriggio, se ne andò in cucina senza fare rumore e preparò due tazze di tè alla pesca, poi andò a svegliare Marco.
- Cucciolo, vieni a prendere il tè?
- Mh! Sì… arrivo subito.
Marco si stiracchiò e andò in cucina.
- Cucciolo, ho proprio deciso, ci vado domani mattina.
- Ok, penso anch’io che sia meglio così.
- Adesso però proviamo a rimetterci a studiare, altrimenti il calendario rischia di saltare completamente.
- Ti va, Birillo?
- Senti, veramente adesso mi viene un’altra idea, non ti voglio fare perdere tempo… però ho visto che nello stanzino c’è una chitarra, ma tu la sai suonare?
- No, me l’hanno regalata i miei qualche anno fa, io ci ho provato ma era una cosa troppo difficile e ho mollato tutto… e tu? Tu sai suonare?
- Qualche cosa sapevo fare, cosette da poco, ma mi piaceva suonicchiare la chitarra, specialmente quando non ero di buon umore, cioè quasi tutti i giorni… ma la posso prendere?
- Certo! E’ tua! Non so se suonerà ancora perché sta lì da tanto tempo.
Andy tirò giù la chitarra dallo scaffale, il contenitore era tutto impolverato ma la chitarra sembrava in buono stato.
- Aspetta… però è scordata…
- Te l’avevo detto…
- Però adesso l’accordiamo, un po’ a occhio ma l’accordiamo, aspetta… ecco, così va maglio, adesso la seconda corda poi le altre… adesso dovrebbe essere a posto… e non è nemmeno una chitarra da buttare via, ha una bella sonorità.
- Andy! Ma tu suoni benissimo!
- No! Suonicchio! Suonare è tutta un’altra cosa.
Aspetta, adesso ti faccio sentire una canzone.
Marco si accomodò in poltrona e Andy cominciò a cantare, a voce bassa per non disturbare i vicini, ma in modo molto intonato.

Che tristezza stasera, quanto peso sul cuore,
questi scatti d’umore non li tollero più,
Ma che vado cercando, ma che posso sperare,
io sognavo d’amare ma l’amore non c’è,

Ma che speranza c’è,
per un ragazzo solo che più nulla va cercando
Ma che speranza c’è
per un ragazzo solo che da solo sta bruciando

Così da solo, amore, me ne vado per la strada,
è stupido lo so ma in fondo dove vuoi che vada
volevo scaricare tutta quanta la mia rabbia,
è stupido lo so ma che coraggio vuoi che abbia,

Perché non sei con me?
Perché non ci sei più?
Perché non mi risvegli da quest’incubo dannato?
E io non posso vivere, mi sento disperato
Pensarti mi distrugge ma penso solo a te
Non chiedermi perché. Ti giuro non lo so,
ormai non so più niente,
e non m’importa niente nemmeno di capire
mi sento disperato, mi sento insofferente
ma sento solamente che ho voglia di morire

Ma che speranza c’è,
per un ragazzo solo che più nulla va cercando
Ma che speranza c’è
per un ragazzo solo che da solo sta bruciando

Così da solo, amore, me ne vado per la strada,
è stupido lo so ma in fondo dove vuoi che vada
volevo scaricare tutta quanta la mia rabbia,
è stupido lo so ma che coraggio vuoi che abbia,

Mi ricordo, era mattina, c’era sole nella stanza
Mi guardavi un po’ spaurito e restavi un po’ a distanza
Non sapevo nemmeno che dire, mi sembrava tutto un po’ strano
ti volevo soltanto abbracciare ma tu mi sembravi lontano,
mi mancava quel po’ di coraggio per dirti sei tu la mia vita,
volevo perfino scappare, pensavo di farla finita.
Poi ho visto i tuoi occhi brillare
ho sentito il mio cuore bruciare
allora ti sei avvicinato,
allora m’hai preso la mano
non c’era più nulla di strano
e io mi sentivo rinato.

Tu m’hai stretto tra le braccia
e m’hai stretto forte forte
io guardavo e la tua faccia,
non pensavo più alla morte
M’hai baciato piano piano
E m’hai detto sorridendo
Guarda il mondo com’è strano
Ci stavamo rincorrendo.

Io ti sogno ma tu non esisti già più
E la mia gioventù è finita con te
Io ti sogno ma tu non esisti per me
Ho bisogno di te ma è finita così…

Ma che speranza c’è,
per un ragazzo solo che più nulla va sperando
Ma che speranza c’è
per un ragazzo solo che da solo sta bruciando

Così da solo, amore, me ne vado per la strada,
è stupido lo so ma in fondo dove vuoi che vada
volevo scaricare tutta quanta la mia rabbia,
è stupido lo so ma che coraggio vuoi che abbia,

Qui c’è solo il silenzio, qui c’è solo il dolore
Non esiste l’amore, se n’è andato con te.
Non so nemmeno piangere e poi non serve a niente
Non so nemmeno andare ad ubriacarmi tra le gente.
Sono solo un ragazzo che va in cerca d’amore,
sono solo un pupazzo che s’illude e non sa.
Com’è amara la vita quando cerchi qualcuno
E non c’è più nessuno che ti parli di te.

Ma era così bello quando stavamo insieme
quando mi aspettavi al freddo col naso congelato
quando mi sorridevi stringendomi le mani
quando mi rincorrevi correndo a perdifiato
quando parlavamo soltanto del domani

Ma che speranza c’è,
per un ragazzo solo che più nulla va cercando
Ma che speranza c’è
per un ragazzo solo che da solo sta bruciando

Così da solo, amore, me ne vado per la strada,
è stupido lo so ma in fondo dove vuoi che vada
volevo scaricare tutta quanta la mia rabbia,
è stupido lo so ma che coraggio vuoi che abbia,

In che modo non so ma restami vicino,
Io ti vedo, ti sento, ti penso.
Io non so se esiste un destino
ma senza di te la vita non ha senso.

E giro per la casa, dovunque ci sei tu,
ma la casa è vuota e tu non ci sei più.
Ti prego, amore, portami via con te
Ti prego, amore, non mi lasciare qui
Non voglio più aspettare, non c’è più un perché
Qui c’è troppo rumore, qui c’è troppo casino
Mi sento stranito e tu non sei con me
Voglio chiudere gli occhi e sentirti vicino,
Voglio addormentarmi in un sogno con te
Guardami negli occhi, amore, sorridendo,
Restami vicino perché io sto morendo.

Perché non sei con me?
Perché non ci sei più?
Perché non mi risvegli da quest’incubo dannato?
E io non posso vivere, mi sento disperato
Pensarti mi distrugge ma penso solo a te
Non chiedermi perché. Ti giuro non lo so,
ormai non so più niente,
e non m’importa niente nemmeno di capire
mi sento disperato, mi sento insofferente
ma sento solamente che ho voglia di morire

Ma che speranza c’è,
per un ragazzo solo che più nulla va cercando
Ma che speranza c’è
per un ragazzo solo che da solo sta bruciando

Così da solo, amore, me ne vado per la strada,
è stupido lo so ma in fondo dove vuoi che vada
volevo scaricare tutta quanta la mia rabbia,
è stupido lo so ma che coraggio vuoi che abbia,

- Dio! Ma è una cosa bellissima!
- No! È una cosetta scritta a tavolino, quando non avevo niente da fare, sai quelle storie che ti inventi perché magari le vorresti vivere ma poi non sono cose vere… la storia riguarda un ragazzo che ha perso il suo ragazzo e che è rimasto solo, lo ha pero perché l’altro ragazzo è morto, forse di aids, e quello che rimane non riesce a vivere più, la sua vita era tutta con il ragazzo che non c’è più e adesso la solitudine è una forma di disperazione senza consolazione… sai è un po’ il tema di Camere separate di Tondelli, anche se qui è messa come una canzone, l’ho scritta dopo che avevo letto il libro di Tondelli… però è una cosa che sento mia solo in parte, io cose così terribili non le ho mai vissute, le posso solo immaginare, ma credo che viverle sia tutta un’altra cosa.
- Andy! E’ una cosa meravigliosa!
- No, dai! Non mi lusingare, nella canzone ci sono sentimenti molto forti e io sentimenti veramente forti non ne ho mai provati.
- Nemmeno per me?
Be’, onestamente questo non lo so, per fortuna non c’è nemmeno l’occasione per mettermi alla prova fino a quel punto.
- Andy! Ma tu sei una persona speciale in tutti i sensi, e poi a me la canzone è piaciuta tantissimo, mi ha fatto proprio venire la pelle d’oca…

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