domenica 14 ottobre 2007

SENTIRSI GAY PER LA PRIMA VOLTA

Questo post è dedicato all’utente che è arrivato a questi blog battendo su Google “sentirsi ghei per la prima volta”. Lo scrivere ghei e non gay e soprattutto la scelta di pagine dedicate ai giovanissimi mi lascia supporre che si tratti di un giovanissimo lettore. A questo ragazzo vorrei dedicare questo post, nella speranza che possa leggerlo una volta o l’altra, dato che non è la prima volta che accede a questo blog. Do per scontata l’ipotesi che si tratta effettivamente di un ragazzo giovanissimo che si sente gay per la prima volta.
Carissimo,
intanto mi fa piacere che tu sia arrivato su questo blog perché sto cercando in ogni modo di mantenerlo un ambiente serio, come avrai l’occasione di vedere dalla lettura dei commenti, le persone che frequentato questo blog sono persone serie. Ma che cosa può dire un uomo anziano come me a un ragazzo giovanissimo che si sente gay per la prima volta? Innanzitutto provo il peso di una certa responsabilità, gradita certo, ma reale. Ovviamente anche a me è capitato di sentirmi gay per la prima volta, e mi è capitato quando ero giovanissimo, intorno ai 13 anni, se non anche prima. In quel momento ho percepito per la prima volta che mi sentivo attratto verso gli altri ragazzi e che quell’attrazione pervadeva tutto il mio essere, non era una scelta, non era un gioco, non era una cosa fatta per sfida, era una vera è propria realtà di fondo della mia persona che veniva alla superficie. L’adolescenza, con la sua maturazione sessuale, mi aveva fatto scoprire la sessualità e, per me, si trattava di omosessualità. In realtà non ero assolutamente consapevole di che cosa quella scoperta avrebbe comportato nella mia vita, sul momento ne percepivo soltanto la forza che mi spingeva verso gli altri ragazzi. All’epoca, molti anni fa, di queste cose non si parlava liberamente e in modo serio e alcuni ragazzi le vivevano in modo aggressivo ritenendo che la sessualità legittimasse una qualche forma di aggressività se non addirittura di violenza verso gli altri. Quando ero alle scuole medie ho visto dei veri momenti di violenza sessuale di alcuni ragazzi su altri ragazzi, l’apparenza era quella del gioco ma era un gioco imposto e non condiviso e quindi era una vera e propria violenza. Alle scuole superiori non ho mai visto nulla di simile. Per me l’essere gay non autorizzava alcuna forma di violenza. Avevo alcuni amici (pochissimi) con i quali si creavano momenti di intimità molto gradevole ma mi rendevo conto che i rapporti con questi ragazzi non erano simmetrici, io lo cercavo per altri motivi e per me lo stare vicino a loro aveva una valenza sessuale innegabile. I miei compagni di scuola si masturbavano pensando alle ragazze, io lo facevo pensando ai ragazzi, loro potevano parlare di ragazze in modo scopertamente sessuale (anche se credo ne sapessero ben poco) io di ragazzi non potevo parlare affatto, cominciavo a percepire la mia diversità come una forma di emarginazione, come un qualcosa che marcava la mia non appartenenza al gruppo, certe volte i miei compagni parlavano di sesso solo dicendo stupidaggini e la cosa mi dava fastidio, ma qualche volta il discorso era serio ma io non potevo intervenire, ascoltando i loro discorsi potevo studiare la loro sessualità e, inevitabilmente, la trovavo diversa dalla mia, poi sono venuti i problemi con la religione e con la confessione e il tentativo di contenere la masturbazione, ma la mia concentrazione era soprattutto sull’idea di non masturbarmi, non tanto sull’idea che la mia era una masturbazione omosessuale, del significato di questo fatto ho avuto conoscenza soltanto dopo. Quando sono passato alla scuola superiore l’idea di incontrare un amico “come me” è diventata l’idea centrale. Frequentavo circoli sportivi, ricreativi, frequentati dai ragazzi, passavo con loro interi pomeriggi, ero sempre il primo ad arrivare e l’ultimo ad andare via. Ma lì non ho trovato ragazzi gay, forse ce ne erano, ma avevano paura di esporsi. A scuola i momenti emotivi più coinvolgenti erano quando si andava allo spogliatoio per le lezioni di educazione fisica o quando si andava alla gita scolastica. Qualche immagine eccitante dal mio punto di vista c’era ma non si trattava di sessualità a due ma solo di qualche immagine colta per caso e arricchita a forza di fantasia, ma comunque in modo totalmente lontano dalla realtà. Per tutto il tempo del liceo la ricerca di un altro ragazzo gay è stata vana e, lo devo dire, avevo paura e non ero molto intraprendente in queste cose, così ho cominciato a spostare i miei interessi sul mondo della cultura, si trattava di falsi interessi, di tentativi di trovare soddisfazioni di ripiego, ma sul momento mi davano almeno un po’ di gratificazione. A scuola andavo bene ma dentro mi sentivo un senso di vuoto terribile e avevo l’impressone che il tempo mi stesse sfuggendo dalle mani giorno dopo giorno. All’università la delusione è stata totale, nessuna amicizia vera, nemmeno superficiale, ma io continuavo a frequentare gli stessi gruppi sportivi e ricreativi del tempo del liceo e cercavo di non pensare. In breve, solo dopo i 40 anni ho cominciato a vivere la mia vera vita perché ho incontrato un ragazzo etero (bada bene, non un ragazzo gay) che mi ha voluto bene. Questo ragazzo mi ha accettato per quello che ero, tra noi non c’è mai stato sesso a nessun livello, ma un contatto affettivo profondo c’è stato eccome... da allora io ho capito che si può essere felici di essere gay, ma per essere felice devi trovare persone che ti vogliano bene per quello che sei... e a me è capitato. Adesso sono vecchio ma mi sento sereno e ho creato questo blog per cercare di comunicare il senso di serenità che ho trovato. Tanti ragazzi leggono questo blog e lo commentano e la cosa mi dà una soddisfazione profonda, con alcuni di loro mi ritrovo a chiacchierare in chat, ma sono ragazzi molto più grandi di te. Una sola cosa mi permetto di dirti: cerca di essere prudente, di costruirti un futuro studiando adesso e lavorando dopo e quando ne avrai la possibilità cerca di costruirti una vita piena di cose vere, di amici veri, di amore vero, di rispetto vero. Queste cose danno un senso alla vita!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao allora beh io di anni ne ho 16 e devo dire che la maggior parte di cose che hai scritto sono vere sopratutto quelle delle gite scolastiche e delle lezione di educazione fisica...ma sopratutto il fatto di andare in posto socialmente frequentati per conoscere persone come me...grazie per ciò che hai scritto mi rispecchio in molte cose... a non ti ho detto il mio nome...Stefano.. ciao e grazie!!

Anonimo ha detto...

Anch'io sto vivendo questa situazione vorrei qualcuno con cui sfogarmi e rincuorarmi... Consigli?
Marco