mercoledì 6 febbraio 2008

CHE COSA E’ IL COMING OUT?

Quando un ragazzo gay vive la sua omosessualità senza rivelarla a nessuno si una dire con espressione inglese che è “In the closet” alla lettera dell’armadio.
“Coming out”, letteralmente “uscure fuori” è il termine inglese con il quale si indica l’azione con la quale si manifesta la propria omosessualità ad una o più persone.
Per secoli gli omosessuali sono stati costretti a vivere la loro omosessualità a livello strettamente individuale senza potersi confidare con nessuno e rinunciando quindi ad ogni possibile rapporto affettivo importante su base esplicitamente gay. Per secoli, anche in Europa, gli omosessuali sono stati mandati al rogo. Ancora oggi in diversi paesi l’omosessualità è punita con la pena di morte. In queste situazioni il coming out è rischiosissimo e in pratica non esiste.

In paesi di civiltà occidentale, come i paesi europei, gli USA o il Canada, la condizione dei gay non è legalmente discriminata ed esistono anzi norme contro le discriminazioni sulla base dell’orientamento sessuale. In questi paesi il coming out, più o meno limitato, è in sostanza realizzato da tutti i gay, per due ordini di motivi:
1) perché sentirsi accettati per quello che si è in famiglia, dagli amici, sul posto di lavoro e nei rapporti sociali è gratificante,
2) perché la ricerca di un compagno senza il coming out almeno parziale è praticamente impossibile.
L’esperienza insegna che nella maggior parte dei casi:
1) Il coming out presenta una dimensione di rischio legata alla poca serietà o alla leggerezza della persona con la quale ci si confida, che può trasformare una confidenza che costa carissima a chi la fa in un vero segreto di Pulcinella.
2) Il coming out si attua gradualmente, cominciando col dichiararsi ad un amico del quale si ha la massima fiducia ed estendendo poi eventualmente il discorso ad altre persone in modo lento e molto meditato.
3) Spesso il coming out resta ristretto di un limitatissimo numero di amici fidati. Il coming out con i genitori è quasi sempre l’ultimo a realizzarsi. Il coming out in una dimensione sociale generale è assolutamente eccezionale.
a) Il coming out non è affatto obbligatorio e chi non lo fa può avere ottime ragioni per non farlo.
b) Le razioni al coming out in ambiente sociale, in genere, non sono positive, le reazioni di pettegolezzo e di intromissione nella vita privata di chi si dichiara, in genere, aumentano dopo il coming out e, in ambienti dove predomina l’ignoranza, si corre il rischio dell’emarginazione e del ricevere una etichetta Gay, ritenuta spesso infamante, cosa che può comportare problemi sociali non piccoli.
c) Le reazioni individuali al coming out sono molto diverse da quelle di tipo sociale. Più volte si vedono persone che condannano l’omosessualità in ambiente sociale che non manifestano alcuna forma di intolleranza in dimensione privata e hanno amici gay con i quali mantengono ottimi rapporti.
Spesso, da parte di persone eterosessuali serie, il coming out di un amico è accettato senza problemi. Comunque prima di dichiarasi è sempre bene chiedersi se valga la pena di farlo, perché si tratta di un comportamento comunque rischioso, anche se la dimensione del rischio è molto contenuta se la scelta della persona con cui confidarsi è fatta in modo ponderato.
Il coming out, per un ragazzo, è una pura formalità quando la sua omosessualità e divenuta di dominio pubblico perché resa evidente da comportamenti di quel ragazzo tenuti in modo deliberato coscientemente o anche per imprudenza.
Un ragazzo che è ritenuto socialmente eterosessuale in genere vive significativi momenti di incertezza prima di dichiararsi, perché la sua dichiarazione è autenticamente rischiosa.
In genere negli ultimi anni si è assistito ad una diminuzione dell’età del primo coming out. Per i ragazzi gay che non hanno mai avuto una vita eterosessuale questa età oscilla intono ai 16/17 anni, per quelli che provengono da esperienze eterosessuali il primo coming out è nettamente più tardivo e più problematico.
Il coming out non è affatto la scelta migliore in tutti i casi, ma le situazioni devono essere vagliate una per una.
Il coming out può aiutare a risolvere i problemi di un ragazzo gay (solitudine, ricerca di un compagno) ma può anche complicargli parecchio la vita se l’ambiente o le persone a cui si rivolge non sono all’altezza della situazione.

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