martedì 13 luglio 2010

QUADERNO DI UN VECCHIO GAY

Ricevo e pubblico queste pagine di diario. Non è il mio diario! Ringrazio di cuore Fabrizio che me lo ha mandato (ti ho risposto per e-mail).
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Che giornata! Fa un freddo boia ma io me ne sto a casa, mi faccio una tazza di tè e sento un po’ di musica. Forse gli altri vecchi non si accorgono così chiaramente di invecchiare. Se hai figli ti devi preoccupare per loro, li hai messi al mondo e devi fare in modo che ci possano stare dignitosamente, o il meno peggio. Io adesso ho solo un fratello parecchio più giovane di me, lui ha famiglia e quindi ha altro da pensare, i nipoti hanno la vita loro e che possono capire di un vecchio? Mi fanno un po’ di moine quando capita che mi vengono a trovare ma per loro la vita è ancora tutta una promessa. Ancora sto in salute, diciamo così, almeno non sembra ci siano cose che mi potrebbero portare dall’altra parte in tempi brevi. E allora mi sono rimesso a scrivere, ma voglio mettere da parte le chiacchiere, devo scrivere solo cose, fatti immediati.
Stamattina non vado a fare la spesa perché fa troppo freddo. È un po’ di tempo che non vado più al supermercato a fare la spesa grossa, portare troppo peso mi fa venire i dolori e la macchina non la prendo quasi mai, la tengo per ogni evenienza, ma tanto se servisse magari per portarmi all’ospedale non saprebbero dove è parcheggiata e dove stanno le chiavi. Prima o poi la macchina la vendo perché non mi serve proprio a niente, però rinvio, chi lo sa, potrebbe servire. Quindi spesa niente e alla peggio scendo alla rosticceria qua sotto e compro una cosa già cucinata, ancora me lo posso permettere, è vicino e costa poco e poi non devo lavare piatti.

Quando ero giovane avevo una casa piena di tutto e sempre in disordine, adesso non c’è una virgola fuori posto. D’altra parte la casa è piccola piccola e si fa presto.
Quando ero giovane l’ho rimpianto di non avere una casa più grande, come se la casa grande avesse potuto cambiare le cose, adesso piccola mi sta bene non ci sono cose inutili e poi ho fatto spazio, ho buttato via tutto anche cose che avevo conservato per anni.

La signora della rosticceria mi tratta bene perché ci vado quasi tutti i giorni, è una signora grande che in quel posto ci ha passato la vita, adesso si sono allargati e il locale è messo bene e poi ci va tanta gente. Quando ci vado mi metto sempre bene, barba fatta e camicia stirata e soprattutto scarpe lucidate, non voglio cominciare ad andare in giro trasandato, almeno un po’ di decoro lo devo salvare. Tornando a casa ho incontrato il portiere, un ragazzo giovane credo dell’America latina che ha moglie e figli piccoli, veramente un bravissimo ragazzo. Quando mi vede mi saluta e mi fa un sorriso e io rispondo con la mano come se fossimo vecchi amici.

Il pranzo è finito, quello che è rimasto va bene per la sera, ho preso le medicine e per fortuna hanno acceso il riscaldamento e si sta bene. Mi metto un poco di musica bassa bassa e mi metto sul letto perché se sto in piedi i dolori si fanno sentire di più.

Ho sentito una trasmissione sul festival e sulla canzone di quello che non è più gay. Ma perché si buttano i soldi in queste cose quando ci sta tanta gente che muore di fame? E poi Lippi dice che nel calcio di gay non ne ha mai visto uno e la gente va appresso a queste cose, è proprio deprimente. La gente pensa che si è gay a 20 anni e poi passa, ma quelli che sono gay a 20 anni, dopo 50 anni, se sono ancora vivi, sono gay vecchi, ma non fanno più notizia, quello che fa notizia è il bel ragazzo che puoi mettere in copertina, il resto ha fatto il suo tempo.

Sono stato al matrimonio di un mio lontano nipote, un rito veramente grottesco, almeno dal mio punto di vista, la socializzazione dei rapporti d’amore, ammesso e non concesso che amore ce ne sia e non sia solo un contratto di quattrini. Poi dicono matrimonio gay! Per carità! Finire in inghippi simili non lo augurerei a nessuno; suoceri, cognati, obblighi ecc. ecc.. Non vedevo l’ora di andarmene, Come si sta bene a casa! Senza nessuno! Mi sento misantropo e mi sa che il mio essere solo alla fine è addirittura un vantaggio. Ha cominciato a piovere ma non devo uscire di casa oggi ho mangiato pure troppo. Lunedì devo andare dal dottore così faccio un po’ di controlli. Adesso vado a dormire che sono frastornato.

È ancora notte, ho aperto la finestra e fa un freddo polare, per terra è tutto gelato. Dovrei scrivere a [omissis] ma non ne ho nessuna voglia.

Sono passato dalle parti dell’università, mi ha fatto un’impressione stranissima, i ragazzi ci sono sempre, identici a quelli di quando io avevo vent’anni, ma adesso sono vecchio. Sono belli, ma a quei ragazzi non ho nulla da dire e non ci si capirebbe proprio. Due mondi, due galassie lontane, una, la mia, si avvicina ad un buco nero. Senso di solitudine, di distacco, di indifferenza. In fondo non mi manca nulla: la casa, la pensione. Certo non ho progetti, niente che riguardi il futuro, un vecchio, un tramonto lento.

Ho conosciuto in parrocchia un prete giovane (meno di trent’anni) mi irrita per le continue attenzioni che ha per me, si comporta come un boy scout che vuole fare la buona azione quotidiana, quando parla con me cambia voce, come se fossi del tutto rimbambito e io lo lascio fare, a ragionare seriamente non ci provo nemmeno.

Non amo le persone con atteggiamenti assertivi. Anche se è assurdo, un vecchio può pure credere di essere un oracolo ma che lo pensi un giovane è ridicolo. All’ufficio postale c’era un ragazzo che parlava a ruota libera di economia e non la finiva più, sapeva tutto, aveva capito tutto. Io di economia non ne capisco niente ma se ne capissi qualcosa me la terrei per me.

Ho fatto colazione al bar, ho fatto mettere due cornetti in una bustina ma poi li ho lasciati lì. Mi sento uno che fa le cose senza pensare.

Oggi una signora dal fornaio stava parlando dei gay, povera donna non aveva la più pallida idea di quello che stava dicendo e le davano tutti ragione, pure io, tanto il cervello delle persone non cambia.

Ho incontrato la vedova della prima scala, mi ha detto quanto voleva bene al marito. Quando il marito era vivo litigavano tutti i giorni a urli e strilli e li sentiva tutto il palazzo e gli strillava contro che era un debosciato, adesso è morto ed è diventato un santo. Almeno a me queste cose non toccano.

Ho saputo che alcuni condomini pensano che sia vedovo, non solo ma uno dice perfino di aver conosciuto benissimo mia moglie. Non me lo hanno detto in faccia, quindi lasciamo fare: vedovo è ok, non sposato è sospetto.

Oggi stavo cadendo dalle scale, non sono finito per terra perché mi sono aggrappato alla ringhiera, mi dovrò adattare a prendere sempre l’ascensore.

Mio fratello mi ha invitato a pranzo ma non ci sono andato, mi dispiace solo perché da lui si mangia bene.

Ho trovato due mie poesie di quando avevo 25 anni, le ho lette, è come se non fossero mie, le ho buttate via, von voglio feticci.

Che c’è di fronte a me, be’ …

Stasera vado a una cena con due ex-amici di lavoro, ci penso con un certo interesse. Strano!

Non è stata affatto male, tre vecchi che ricordano cose che non ci sono più e ci ridono sopra. Sono bravi ragazzi, ma abbiamo parlato solo di ricordi di lavoro, solo di quello. Meglio di niente. Ho pure bevuto un po’. Devo ricominciare a comprare il vino perché è una cosa buona.

Visita cardiologica passabile. Non ci lamentiamo. Analisi passabili, anche il PSA. Meglio così.

Dovrei pensare seriamente di trovarmi un interesse. Mettermi a studiare? Alla mia età? Non lo so, leggere un po’ lo faccio, ma così per perdere tempo. Mi alzo tardi e mi impigrisco e ne risente il cuore, dovrei muovermi, fare ginnastica, una mezz’oretta al giorno “con calma” come dice il dottore. Di andare in giro non mi va, fa un freddo polare, è meglio se aspetto la primavera.

In chiesa mi trovo solo col parroco vecchio, almeno non fa chiacchiere.

Stamattina al bar una cosa bella, una ragazza nera che serve al bancone, quando mi sono avvicinato mi ha sorriso, si è ricordata di che cosa prendo sempre e mi ha dato pure un bicchiere d’acqua senza che glielo chiedessi, perché ieri gliel’ho chiesto, ha proprio il modo di fare di una signora, mi fa simpatia, è dolce, una donna così l’avrei sposata, forse no, ma forse sì, magari per lei sarei stato solo un peso.

Ho pagato la televisione, me ne ero scordato. Pure questo non era mai successo, è il cervello che comincia a fare cilecca.

Mi sono preparato al computer tutta la lista delle cose che devo fare, prima di tutto delle tasse, irpef, ici, mondezza, televisione, tassa di circolazione, la scadenza della patente (tra poco la devo rinnovare), Carta d’identità, libretto di pensione, tesserino del codice fiscale, tessera sanitaria, esenzioni sanitarie, assicurazione della macchina.

Domani devo andare a prendere la pensione. Vado alle otto, quando aprono, così sto a casa prima. Questo mese ho speso pochissimo ma dopo che prendo la pensione mi devo comprare un giaccone nuovo e un paio di scarpe e così le economie me le mangio tutte.

Ho trovato un blog gay che mi è sembrato fatto bene ma sono cose da ragazzi, beati loro, quando diventi vecchio, o gay o quello che sei, sempre niente conti.

Oggi ho fatto la lavatrice ma i panni li ho dovuti appendere dentro casa che se li metto fuori si gelano.

La vedova vuole che vada alla riunione di condominio per una cosa di uno che ha il cane che piscia per le scale ma come me l’ha detto non mi è piaciuto proprio. Tutte smancerie, un poco da pu.. le ho detto che ci andrò certamente ma non ci andrò proprio. Mi ci manca pure la vedova inconsolabile, certe volte accatta certe tirate sul marito che l’appiccicherei al muro. È una mezza pazza.
Stamattina al bar non c’era la signora nera ma un’altra scorbutica. Se non torna la nera cambio bar.

Il blog dei ragazzi è carino, certo che le cose sono sempre quelle, altro che progresso, per fortuna certe cose non cambiano. È malinconico fare i conti col tempo. Magari se nascevo adesso chissà che vita avrei fatto.

Domani vado a vedere per il giaccone e magari pure una giacca e un pantalone. Li prendo sempre tutti uguali, stesso colore, stesso genere più o meno, così le camicie si adattano a tutto.
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