giovedì 22 luglio 2010

TRAMONTO DI UNA CONVIVENZA GAY

Ciao Project,
sono un quarantanovenne appena uscito dalla sua terza e ultima storia di convivenza. Dico ultima perché, a parte l’età, non credo che vorrei più vivere niente di simile. So che il mio discorso è in un certo senso opposto a quelli che leggo nel forum, ma credo che ci siano delle componenti di età che non mi permettono più di riconoscermi in quel modo di pensare. Da tre settimane è conclusa la mia ultima convivenza, la più duratura (8 anni). Non mi sento solo ma finalmente mi sento libero e so che non ci ricascherò un’altra volta. Non ho nulla da rimproverare al mio compagno che è un uomo serio e mi ha voluto bene, ma lo dico al passato, perché tutto passa, poi arrivano altre esigenze, non si tratta di tradimenti, alla nostra età sarebbe ridicolo, ma ognuno vuole la sua libertà e alla fine si sente il peso di vivere in coppia. Non mi avventuro alla ricerca dei perché che in effetti non aggiungerebbero nulla, mi basta il fatto che a un certo punto preferisci stare solo. Lui non mi manca, ci penso ogni tanto, ma non ho nessun desiderio di ritornare con lui. Come dire, piano piano ci si distacca, tutte quelle belle fantasie sulle quali si costruiva il senso della vita di coppia vengono meno, e ti accorgi che l’uomo che hai accanto non lo conosci a fondo, che ha altre esigenze che non potresti mai soddisfare e non sai nemmeno quali possano essere, ti rendi conto che lui in effetti non ti capisce. Ti aspetteresti da lui una reazione e invece o non arriva nessuna reazione e lo vedi distratto, oppure arriva ma non è quella che avresti voluto. Ti serve un po’ di tenerezza, una carezza, e ti trovi di fronte mille ragionamenti che non ti servono a nulla. Penso in effetti di essere stato anche io del tutto incapace di capire le sue esigenze. Ho continuato a camminare per la mia strada e lui per la sua, per un po’ le nostre strade sono state vicine, e allora ci siamo illusi di camminare insieme, ma poi si sono si nuovo separate. Leggevo le pagine di diario del gay settantenne e anche se ho 20 anni di meno mi ci sono ritrovato. Lui il compagno lo ha perso e magari col compagno sarebbe stato felice pure da vecchio ma poi alla fine dei conti si torna sempre alla solitudine che non è una cosa terribile, forse è proprio una forma di liberazione. Ho pensato che se non avessi convissuto col mio compagno ma ciascuno fosse rimasto al posto suo, probabilmente, adesso staremmo ancora insieme ma in un modo che ci avrebbe permesso di salvare la nostra autonomia, forse è possibile volersi bene per molto tempo solo se ci si vuole bene a distanza, così l’altro c’è, ma relativamente, non ci devi fare i conti tutti i giorni. Chi lo sa, forse sto invecchiando ma comincio ad apprezzare la mia libertà.
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